Patologia Carotidea

 

 

INTRODUZIONE


Gli accidenti cerebrovascolari costituiscono la terza causa di morte nei paesi industrializzati.
Come nell'AOCP il determinare la reale prevalenza della patologia occlusiva carotidea appare difficile, in quanto la malattia nella stragrande maggioranza dei casi risulta asintomatica e solo un'attenta valutazione strumentale può evidenziarne la presenza. 

 

Importante, pertanto,  è il ruolo dei medici di famiglia nella prevenzione primaria dello stroke.
Pazienti a rischio o soggetti con familiarità devono essere sottoposti a studio EcoColorDoppler TSA di screening al di sopra dei 60 anni.
Negli ultimi anni si è assistito ad un abbassamento dell'età in cui si sono riscontrate lesioni carotidee significative, ciò è dovuto alla diffusione di una cattiva alimentazione ricca in grassi; all'aumentare degli stress giornalieri con puntate ipertensive responsabili delle lesioni iniziali a livello dell'intima carotidea, oltre a stili di vita sempre più fisicamente passivi.

CLINICA

La maggior parte dei pazienti, come già ricordato, è asintomatica al momento della diagnosi.
All'esame obiettivo si può avere la presenza di soffi carotidei.
Amaurosi fugax.
TIA (con deficit transitori di forza negli arti o disturbi dell'eloquio come disartria o afasia di breve durata, episodi di instabilità motoria con caduta a terra, confusione mentale...).
Minor Stroke.
Maior Stroke.  

DIAGNOSTICA STRUMENTALE

EcoColorDoppler: routinario nello studio della patologia carotidea. Deve essere utilizzato come indagine di primo livello. 
AngioTC/AngioRM: utili nella valutazione secondaria di lesioni che all'ECD appaiono di difficile definizione per problemi anatomici o di calcificazioni della placca con conseguenti coni d'ombra. L'angioRM assume un ruolo preliminare anche nello studio delle anatomie dell'arco aortico e dell'origine dei TSA in pazienti in lista per trattamenti endovascolari. 
Angiografia: difficilmente utilizzata nello screening preoperatorio in pazienti chirurgici, ritorna in auge per lo sviluppo del trattamento carotideo endovascolare.

TRATTAMENTO

Il trattamento della patologia stenocclusiva carotidea è sempre stato oggetto di discussione fra internisti e chirurghi, i primi più propensi a correggere i fattori di rischio associando un'adeguata terapia antiaggregante; i secondi, forti degli ottimi risultati ottenuti e della bassa incidenza di complicanze, pronti ad allargare il target dei pazienti da trattare.
L'avvento dell'angioplastica + stenting carotideo ha sì incrementato le opportunità terapeutiche, ma ha altresì aumentato la confusione e l'indecisione negli addetti ai lavori che in prima linea si trovano a dover "indirizzare" e "consigliare" i propri assistiti.  
E' corretto ricordare che dal 1998 anno di publicazione dei grandi trials di confronto tra terapia medica e chirurgica (NASCET, ECTS...)* le indicazioni al trattamento medico o chirurgico non sono cambiate. 

L'angioplastica è un trattamento chirurgico!


TRATTAMENTO MEDICO

Caposaldo della terapia medica è la correzione dei fattori di rischio:
stop fumo
controllo farmacologico dei valori pressori
adeguato controllo dei valori glicemici
terapia dietetica e/o farmacologica delle dislipidemie (statine...)
terapia vitaminica per la normalizzazione dei valori di omocisteina (vit B12, folati...).

Terapia antiaggregante:
Acido AcetilSalicinico (ASA) rappresenta ancora la prima scelta.
Pazienti intolleranti all'ASA devono essere trattati con tienopiridine (Ticlopidina, Clopidogrel...).

 

TRATTAMENTO CHIRURGICO

Consiste nel ristabilire il lume arterioso nativo attraverso l'asportazione di ateromi steno-occludenti, preservando in questo modo la pervietà vasale e prevenendo il rischio di embolizzazione. 
Tromboendoarterectomia (TEA)
In rari casi si rende necessaria la ricostruzione arteriosa attraverso l'interposizione di materiale protesico.
By pass

VANTAGGI

Morbidità neurologica <2% in centri altamente qualificati.
Cura la malattia eliminando la lesione ateromasica responsabile della stenosi.
Ottima pervietà a lunga distanza con bassa percentuale di restenosi (5-8%).

SVANTAGGI

Comorbidità cardiologica legata a stress chirurgico ed ipertensivo.
Morbidità neurologica locale (lesione nn cranici).

 

TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE (CAS):

Consiste nel ristabilire il lume arterioso nativo attraverso la dilatazione del segmento vasale occupato da materiale ateromasico, ricreando un nuovo lume e stabilizzando il risultato ottenuto con il posizionamento di uno stent.
Angioplastica con Stent (PTA/Stenting)

VANTAGGI

Comorbidità cardiologica minore.
Ottima pervietà a media distanza con relativamente bassa percentuale di restenosi (15%).
Morbidità neurologica locale minima (1%)

SVANTAGGI

Non cura la malattia eliminando la lesione ateromasica responsabile della stenosi, ma creando un nuovo lume.
Significativamente maggiore la morbidità neurologica a 30 gg (>5%).

PTA/Stenting Carotide

 

  1. La tecnica consiste nel superare l'ostruzione con un filo guida alla cui estremità può essere montato un filtro.
  2. Il filtro posizionato a livello dell'ICA distale ha il compito di catturare eventuali emboli che possono staccarsi dalla placca al momento del rilascio dello stent o della sua dilatazione con pallone.
  3. Una volta rilasciato  e dilatato lo stent il filtro viene richiuso e con delicatezza rimosso in maniera tale da evitare di disperdere eventuali emboli.
  4. Lo stent posizionato ha ora ricreato un adeguato lume arterioso, inoltre stabilizza la placca ateromasica ancorandola alla parete
PTAICA0 PTAICA1 PTAICA2 PTAICA3
CASO 1
  1. Il paziente presenta stenosi significativa poco dopo l'origine dell'arteria carotide interna destra.
  2. Si supera l'occlusione con guida e filtro e si posiziona lo stent
  3. Al termine della procedura rimossi tutti i devices si osserva un'ottima ricanalizzazione dell'arteria carotide interna con regolarizzazione dei margini luminal i.
PTAICA4Fig.1 PTAICA5Fig.2 PTAICA6Fig.3
 

TEA Carotidea


TECNICA STANDARD



TEAICA0 Biforcazione carotidea occupata da materiale fibrocalcifico suboccludente. La tecnica di TEA standard prevede l'incisione longitudinale dell'arteria carotide interna (ICA).
TEAICA1 

Voluminoso ateroma occupa la biforcazione carotidea, da notare l'aspetto irregolare e ad alto rischio emboligeno della superficie a contatto con il flusso sanguigno.

TEAICA2

Biforcazione carotidea libera da placca con ottimi margini prossimali e distali di fine placca.

TEAICA3  

Ateroma rimosso, si evidenziano le disomogenità della superficie a contatto con il sangue ad alto rischio emboligeno.

TEAICA4

Si provvede pertanto a suturare l'arteriotomia interponendo un patch di materiale protesico (ePTFE) in maniera da diminuire il rischio di restenosi.

 
TEAICA5

A sutura completata si ristabilisce il corretto flusso di sangue in un lume arterioso libero da imperfezioni.

 

 

TECNICA PER EVERSIONE


TEAICA6

In questo caso la sezione dell'arteria non avviene più lungo il suo asse, ma trasversalmente alla sua origine.

 
TEAICA7

Si osserva l'ICA occupata da voluminoso ateroma.

 
TEAICA8

Dopo aver scollato a partire dalla lamina elastica esterna l'ateroma dalla parete arteriosa, si everte quest'ultima come un guanto sino al completo distacco della placca ateromasica.

 
TEAICA9  

Una volta scollato completamente l'ateroma la parete arteriosa appare libera e a superficie liscia.

TEAICA10  

Si procede quindi al reimpianto dell'ICA sull'arteria carotide comune (CCA) con l'utilizzo di filo in prolene 6/0.

TEAICA11

Questa tecnica permette di correggere anche allungamenti patologici dell'ICA (kinking) andando ad ancorarla più prossimalmente sulla CCA.